lunedì 9 marzo 2015

EVERYMAN Philip Roth




TITOLO: Everyman

AUTORE: Philip Roth

CASA EDITRICE: Einaudi




Ho letto questo libro durante le vacanze di Natale. Anzi, per essere più precisa non l'ho letto, l'ho divorato.
Everyman è una storia qualunque, è la storia di ognuno di noi. Non ci sono effetti speciali, non ci sono colpi di scena, non ci sono sorprese dietro l'angolo. Everyman è la vita.
Il libro inizia dal funerale del protagonista, un uomo qualunque, un uomo di cui non si conosce il nome. Finito il funerale la storia parte davvero, seguendo i ricordi del defunto cronologicamente sparpagliati lungo l’arco di settantatre anni. Il filo conduttore di ogni singola parola di questo romanzo è la paura di morire, il rapporto dell'uomo con l'unica cosa certa della sua vita: la morte.


 




 L'AUTORE






Philip Milton Roth è uno scrittore statunitense contemporaneo.Ha vinto il Premio Pulitzer nel 1997 per Pastorale americana. Nel 1998 ha ricevuto la National Medal of Arts alla Casa Bianca, e nel 2002 la Gold Medal per la narrativa. Ha vinto due volte il National Book Award e il National Book Critics Circle Award e tre volte il PEN/Faulkner Award. Nel 2005 Il complotto contro l'America ha ricevuto il premio della Society of American Historians per «il miglior romanzo storico di tematica americana del periodo 2003-2004». Recentemente Roth ha ricevuto i due piú prestigiosi premi PEN: il PEN/Nabokov Award del 2006 e il PEN/Saul Bellow Award for Achievement in American Fiction. Roth è l'unico scrittore americano vivente la cui opera viene pubblicata in forma completa e definitiva dalla Library of America. Nel 2011 ha ricevuto la National Humanities Medal alla Casa Bianca, ed è poi stato dichiarato vincitore della quarta edizione del Man Booker International Prize.
L'altro libro di Roth che consiglio è PASTORALE AMERICANA.






 L'INCIPIT





"Intorno alla fossa, nel cimitero in rovina, c'erano alcuni dei suoi ex colleghi pubblicitari di New York che ricordavano la sua energia e la sua originalità e che dissero alla figlia, Nancy, che era stato un piacere lavorare con lui. C'erano anche delle persone venute su in macchina da Starfish Beach, il villaggio residenziale di pensionati sulla costa del New Jersey dove si era trasferito dal Giorno del Ringraziamento del 2001: gli anziani ai quali fino a poco tempo prima aveva dato lezioni di pittura. E c'erano i due figli maschi delle sue turbolente prime nozze, Randy e Lonny, uomini di mezza età molto mammoni che di conseguenza sapevano di lui poche cose encomiabili e molte sgradevoli, e che erano presenti per dovere e nulla più. C'erano il fratello maggiore, Howie, e la cognata, venuti in aereo dalla California la sera prima, e c'era una delle sue tre ex mogli, quella di mezzo, la madre di Nancy, Phoebe, una donna alta, magrissima e bianca di capelli, col braccio destro inerte penzoloni sul fianco. Quando Nancy le chiese se voleva dire qualcosa, Phoebe scosse timidamente il capo, ma poi finì per dire con voce sommessa, farfugliando un po': –È talmente incredibile... Continuo a pensare a quando nuotava nella baia... Tutto qui. Continuo solo a vederlo mentre nuota nella baia-. E poi c'era Nancy, che aveva organizzato tutto e fatto le telefonate a quelli che erano venuti per evitare che al funerale venissero solo sua madre, lei, il fratello del defunto e la cognata. C'era solo un'altra persona la cui presenza non era sta sollecitata da un invito, una donna robusta con una simpatica faccia tonda e i capelli tinti di rosso che era venuto spontaneamente al cimitero e si era presentato col nome di Maureen, l'infermiera privata che l'aveva assistito dopo l'operazione al cuore di qualche anno prima. Howie si ricordava di lei e andò a darle un bacio sulla guancia."


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